Sunday, February 28, 2010

...Roma...

Avvenne in quel torno di tempo che Francesco si recasse a Roma in pellegrinaggio. Entrato nella basilica di San Pietro, notò la spilorceria di alcuni offerenti, e disse fra sé: “Il principe degli Apostoli deve essere onorato con splendidezza, mentre questi taccagni non lasciano che offerte striminzite in questa basilica, dove riposa il suo corpo”. E in uno scatto di fervore, mise mano alla borsa, la estrasse piena di monete di argento che, gettate oltre la grata dell’altare, fecero un tintinnìo così vivace, da rendere attoniti tutti gli astanti per quella generosità così magnifica.
Uscito, si fermò davanti alle porte della basilica, dove stavano molti poveri a mendicare, scambiò di nascosto i suoi vestiti con quelli di un accattone.
E sulla gradinata della chiesa, in mezzo agli altri mendichi, chiedeva l’elemosina in lingua francese. Infatti, parlava molto volentieri questa lingua, sebbene non la possedesse bene.
Si levò poi quei panni miserabili, rindossò i propri e fece ritorno ad Assisi. Insisteva nella preghiera, affinché il Signore gl’indicasse la sua vocazione.
A nessuno però confidava il suo segreto né si avvaleva dei consigli di alcuno, fuorché di Dio solo e talvolta del vescovo di Assisi. In quel tempo nessuno, in effetti, seguiva la vera povertà che Francesco desideravasopra ogni altra cosa al mondo, appassionandosi a vivere e morire in essa.


Dalla Leggenda dei Tre Compagni

Saturday, February 20, 2010

One step further


Andare fino in fondo, in tutte le cose, non accontentarsi del primo successo, di quei primi passi, di quell’approdo più facile che però non esaurisce né le nostre capacità né la realtà stessa delle cose che facciamo, andare fino in fondo anche se ci troviamo soli o ci sembra di esserlo, anche se bisogna rischiare tutto quanto si ha, andare fino in fondo lottando contro ogni ostacolo che si incontra: questa è la legge della lealtà, della ricerca sincera della verità, è la legge di chi vuole essere uomo intero e poter così aiutare i fratelli senza badare e senza cedere alle mode.
La Strada insegna questo coraggio e dà questa gioia: in fondo, è una grandissima gioia quella di poter raggiungere ciò che si vuole, tant’è vero che certi momenti faticosi e penosi superati con lo sforzo personale, restano vivi nella memoria e diventano altrettanti stimoli a ripetere le medesime decisioni in altri. La Strada insegna a vivere ogni stanchezza, a non abdicare mai, a non cedere, nemmeno con se stessi.
Lo sforzo, l’impegno di ricominciare e di rinnovare senza mai fermarsi, il coraggio di togliere e di tagliare ciò che impedisce il proprio cammino, ecco il ritmo vero di una vita che vuole essere giovane e non lasciarsi bloccare da nessun ostacolo, di una personalità che vuole crescere fino in fondo.


[Don Giorgio Basadonna]

Sunday, January 24, 2010

Into the Wilde


Di ritorno dalla Giornata dello Spirito di zona, così parlò Oscar:
"La sofferenza, per quanto ti possa apparire strano, è il nostro modo di esistere, perché è l'unico modo a nostra disposizione per diventare consapevoli della vita.
La dove cresce il Dolore, quella è terra benedetta.
Tutti quelli che discorrono a vanvera, parlano a volte della sofferenza come di un mistero.
In realtà è una rivelazione.
[...] Il proponimento di essere più buoni è un bell'esempio d'ipocrita retorica.
Essere diventati più profondi è il privilegio di quanti hanno sofferto."

Sunday, December 6, 2009

cosa porto a casa

C'è chi, tornato da un viaggio, formatta la memoria e torna diligentemente ad immergersi nella quotidiana routine, convinto che quel che è stato, è stato.

C'è chi, tornato da un viaggio, permette alla sua routine di riprendere il controllo. Ma la sua testa è rimasta nel posto da cui il corpo è già tornato, ed egli è convinto che ciò sia un cambiamento.

C'è anche chi, tornato da un viaggio, si accorge che la sua testa è altrove. D'altra parte sa che è nella sua routine che si esplicita quello che lui è.
Tenta perciò di introdurre nella routine i cambiamenti - piccoli, o grandi - che il viaggiare gli ha suggerito, e in questo tentativo scopre qualcosa di costruttivo.

Capita che la terza modalità si riveli la più difficile, nonché la più rischiosa.
Ma ne vale la pena.

Wednesday, May 13, 2009

parliamone...

francilla says: (9:33:11 PM)

oh ma se un ragazzo continua a sedersi vicino a me cosa significa?

[c=12](R)ARCI[/c][RossoInTerraDiMori] says: (9:33:32 PM)

che prendi bene gli appunti naturalmente

francilla says: (9:33:38 PM)

hmm

francilla says: (9:33:44 PM)

ma se il suddetto ragazzo è quello che scrive le dispense?

[c=12](R)ARCI[/c][RossoInTerraDiMori] says: (9:33:59 PM)

mmmmmmmmm

[c=12](R)ARCI[/c][RossoInTerraDiMori] says: (9:34:05 PM)

nn saprei allora!!!!

francilla says: (9:34:20 PM)

sarà che scelgo bene il posto..

[c=12](R)ARCI[/c][RossoInTerraDiMori] says: (9:34:42 PM)

probabile... magari dove ti siedi tu crei unminimo di potenziale

[c=12](R)ARCI[/c][RossoInTerraDiMori] says: (9:34:47 PM)

che bel complimento

francilla says: (9:34:53 PM)

davvero

francilla says: (9:35:04 PM)

sono attraente quindi?

[c=12](R)ARCI[/c][RossoInTerraDiMori] says: (9:35:20 PM)

esatto

[c=12](R)ARCI[/c][RossoInTerraDiMori] says: (9:35:32 PM)

però ha anche i suoi lati negativi

francilla says: (9:35:51 PM)

cioè?

francilla says: (9:35:59 PM)

gli stati legati?

[c=12](R)ARCI[/c][RossoInTerraDiMori] says: (9:36:19 PM)

non so cosa siano... però ti arriva addosso di tutto

francilla says: (9:36:25 PM)

ah no

francilla says: (9:36:27 PM)

pensavo per gli altri

francilla says: (9:36:34 PM)

che continuano a oscillare

francilla says: (9:36:36 PM)

che mal di mare...

[c=12](R)ARCI[/c][RossoInTerraDiMori] says: (9:36:48 PM)

a si per loro sono cavoli

francilla says: (9:36:55 PM)

due palle ad andare avanti e indietro

francilla says: (9:37:07 PM)

ihih

[c=12](R)ARCI[/c][RossoInTerraDiMori] says: (9:37:12 PM)

non stiamo bene

francilla says: (9:37:15 PM)

no

francilla says: (9:37:22 PM)

però si potrebbbe mettere sul blog sta discussione

[c=12](R)ARCI[/c][RossoInTerraDiMori] says: (9:37:38 PM)

si ci starebbe...

Sunday, April 12, 2009

La Linea d'Ombra - Jovanotti

La linea d'ombra, la nebbia che io vedo a me davanti.

Per la prima volta nella vita mia mi trovo a saper quello che lascio, e a non saper immaginar quello che trovo; mi offrono un incarico di responsabilità: portare questa nave verso una rotta che nessuno sa. E' la mia età a mezz'aria; in questa condizione di stabilità precaria, ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffitto, mi giro e mi rigiro sul mio letto.

Mi muovo col passo pesante in questa stanza umida, di un porto che non ricordo il nome. Il fondo del caffè confonde il dove e il come, e per la prima volta so cos'è la nostalgia, la commozione. Nel mio bagaglio panni sporchi di navigazione: per ogni strappo un porto, per ogni porto in testa una canzone; è dolce stare in mare quando son gli altri a far la direzione, senza preoccupazione, soltanto fare ciò che c'è da fare e, cullati dall'onda notturna, sognare la mamma ... il mare.

Mi offrono un incarico di responsabilità: mi hanno detto che una nave c'ha bisogno di un comandante, mi hanno detto che la paga è interessante e che il carico è segreto ed importante. Il pensiero della responsabilità si è fatto grosso: è come dover saltare al di là di un fosso che mi divide dai tempi spensierati di un passato che è passato, saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto.

Di fronte a me la nebbia mi nasconde la risposta alla mia paura; cosa sarò? dove mi condurrà la mia natura?
La faccia di mio padre prende forma sullo specchio: lui giovane, io vecchio; le sue parole che rimbombano dentro al mio orecchio: "la vita non è facile, ci vuole sacrificio: un giorno te ne accorgerai e mi dirai se ho ragione" . Arriva un giorno in cui bisogna prendere una decisione. E adesso è questo giorno di monsone, col vento che non ha una direzione.

Guardando il cielo un senso di oppressione, ma è la mia età dove si guarda come si era, e non si sa dove si va, cosa si sarà, che responsabilità si hanno nei confronti degli esseri umani che ti vivono accanto. E attraverso questo vetro vedo il mondo come una scacchiera, dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera; ed ho paura di essere mangiato, ed ho paura pure di mangiare.

Mi perdo nelle letture, i libri dello zen, il vangelo, l'astrologia che mi racconta il cielo; galleggio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare, ma questa linea d'ombra non me la fa incontrare.

Mi offrono un incarico di responsabilità: non so cos'è il coraggio, se prendere e mollare tutto, se scegliere la fuga od affrontare questa realtà, difficile da interpretare ma bella da esplorare; provare a immaginare cosa sarò quando avrò attraversato il mare, portato questo carico importante a destinazione: dove sarò al riparo dal prossimo monsone.

Mi offrono un incarico di responsabilità: domani andrò giù al porto, e gli dirò che sono pronto per partire. Getterò i bagagli in mare, studierò le carte e aspetterò di sapere per dove si parte, quando si parte, e quando passerà il monsone dirò: levate l'ancora, diritta, avanti tutta. Questa è la rotta, questa è la direzione, questa è la decisione.

Friday, March 13, 2009

Salto della Quaglia


Il Salto della quaglia è un modo di dire italiano ma è anche un gioco diffuso a Roma e il termine viene usato anche in politica.


* 1 Modo di dire
* 2 Gioco
* 3 Politica

Modo di dire

Salto della quaglia è un modo di dire popolare, molto diffuso tra i giovani (ed anche molto praticato) che serve ad indicare la pratica del coito interrotto. Nella zona di Brescia il nome "salto della quaglia" viene sostituito anche con il modo di dire "el metodò de chei de Salò" ( trad. "il metodo di quelli di Salò") e il motto è il seguente:
« Sa fà come chei de Salò, sul pü bèl i là tirò fò »


Ovvero, "si fa come quelli di Salò, sul più bello, lo tirano fuori".


In natura la quaglia, quando è inseguita dai cani, prima di fermarsi e acquattarsi, dopo aver corso a piedi (di pedina), fa un salto in modo da disorientare i cani. Da ciò deriva il modo di dire comune per indicare che una persona vuole cambiare disorientando gli altri.

Gioco

Il salto della quaglia è anche il nome romano di un vecchio gioco che si svolge fra 2 ragazzi.
« Il primo ragazzo s'inchina rimanendo colle braccia penzoloni fin quasi a toccar la terra colle mani. Un altro ragazzo, posto direttamente dietro di lui, gli grida da lontano: "Salta la quaglia". Il primo gli risponde: "Che ddiavolo ài?" Il secondo replica: "Alzeme er cuderizzo, che mmò lo vederai". Così dicendo, questo piglia la rincorsa, salta sulla schiena del ragazzo, e gli riesce dalla testa[1] »


Politica


Indica il cambiare partito politico senza farsi troppe preoccupazioni (voltagabbana)